Confederazione Europea delle Associazioni di Allevatori, Commercianti e
Detentori di Animali
European Confederation of Associations of Animals Farmers, Traders and Holders
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Per la tutela dei Diritti e per una reciproca migliore
Convivenza
La legge sulla caccia? �Ora si gioca d'attacco�...
11-04-2010
(BresciaOggi)L'INTERVISTA. Incontro col senatore Franco Orsi, relatore della nuova normativa venatoria
�Per troppo tempo il nostro mondo � stato fermo su posizioni di difesa dai tanti attacchi subiti: serve un intervento rapido e non ideologico� ATTIVI NEL COMPARTO - Poche idee chiare per una riforma complessiva dell'attivit� venatoria in Italia, anche alla luce delle direttive europee. Ha un obiettivo preciso il senatore Franco Orsi (Pdl), relatore della riforma della caccia (legge 157 del 1992), presente ieri alla prima giornata di Exa in un incontro con la stampa moderato dall'avvocato Innocenzo Gorlani. Dall'ultima riforma sono passati 18 anni. Era il 1992. �Un altro mondo, che non esiste pi� - ha spiegato ieri nel lungo dialogo a Brixia Expo il senatore -. Fu una buona legge frutto di una mediazione d'alto livello, ma gli anacronismi vanno ora affrontati e corretti�.
L'intervento vede qualche malumore anche nella maggioranza, con i distinguo di nomi importanti fra cui Frattini, Prestigiacomo, Brambilla.
Esiste una componente significativa nel Pdl che non condivide il processo di riforma: � un pluralismo che se fosse generalizzato potrebbe produrre un confronto migliore. Purtroppo l'opposizione, a partire dal Pd ha alzato le barricate nonostante in parallelo la Toscana a livello regionale abbia approvato provvedimenti che allargano le maglie della 157 oltremodo, mentre in Piemonte questo muro contro muro � stato tra le componenti determinanti della sconfitta di Mercedes Bresso.
Servir� anche questa volta una mediazione non facile, anche per il tema delicato in questione. Come pensate di affrontarlo?
Sappiamo soprattutto che in questo momento c'� la necessit� di accelerare i tempi. Magari affrontare qualche notturna per far passare alcuni articoli, l'oltranza � la risposta all'ostruzionismo, ma c'� la convinzione di una necessit� di svolta sui temi centrali, non escludo un cambio di strategia, non una riforma ma interventi su temi cruciali.
Ma chi sono, oggi, i nemici del mondo venatorio?
In Italia fronteggiamo una becera lobby ambientalista che gioca sugli eccessi pur non avendo il peso di ben pi� autorevoli interlocutori verdi come quelli francesi o tedeschi. Ma dobbiamo essere sinceri: dal 1992 il mondo venatorio si � preoccupato pi� di difendersi che di agire nel confronto della societ�. E questo ha determinato una perdita di identit�, a volte anche di unit�, che dimostra che il primo nemico spesso siamo stati noi stessi. Ma ora � tempo di invertire la tendenza e attaccare puntando al risultato. Da politici lavoriamo per la migliore riforma possibile: in quest'ottica l'unit� d'intenti delle associazioni dell'estate scorsa � un bel passo avanti.
Nello specifico vi � grande attenzione alla questione dei calendari e delle specie.
Ma la posta in gioco non va confusa. L'articolo 18 non � la gran parte della riforma, ma solo il tema di grande scontro tra le parti. Serve un superamento dell'arco temporale adeguando i periodi alle normative Ue, ma � una montagna che rischia di partorire un topolino. Una battaglia chiave, invece, sar� quella sul ruolo dell'Ispra, che se passer� come vincolante diverr� un ostacolo vero allo sviluppo dell'attivit� venatoria.
Tra le modifiche pare ambiguo l'inserimento delle esigenze �turistiche� fra quelle da considerare determinanti per le attivit� venatorie e la loro regolamentazione.
� una forzatura voluta in particolare dal ministro Brambilla. Un passaggio politico che abbiamo dovuto accettare ma che � inserito in un quadro composito. Parte come limite, ma se pensiamo a tante zone d'Italia dove la caccia � ostentazione (come in tante strutture del Trentino che espongono gli animali in maniera molto naturale) possiamo capire la doppia valenza di un passaggio che pu� addirittura divenire funzionale allo sviluppo turistico di certe aree.
Giovanni Armanini
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